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Ritorno  Toscana Tour 2004   Appunti di viaggio

Sto dormendo delle grossissima quando la sveglia comincia a squittire.  Faticosamente accendo la luce. Sono le 4 di sabato 1 maggio e devo alzarmi per essere  al pullman alle 5, anzi qualche minuto prima.  Una vera impresa visti i miei cronici ritardi. Comunque riesco a  fare tutte le cose  che si fanno in questi casi  e,  alle 5 meno 10,  esco,  raggiungo Massimo  che  barcolla qualche metro davanti a me ed imprecando contro chi ha avuto questa balzana idea della Toscana raggiungiamo il pullman.. Appello, imbarco, partenza . Questo tour è una  specie di miracolo.   Abbiamo speso troppo tempo nella scelta della meta della gita e non si trovava più un pullman neanche a pagarlo ( si fa per dire).   E l’albergo? Nella  zona di San Gimignano,  Colle val d’Elsa,  Grosseto o  Volterra  per 50 persone non c’era proprio posto.   Poi.. ,un po’ per caso, ho trovato un vecchio amico che ha un’azienda di autoservizi e l’ ho convinto ( il termine esatto sarebbe ricattato)  a darci questo benedetto pullman.   Intanto Marino contatta certi  parenti che gestiscono un agriturismo e quelli  accettano di ospitarci.  Insomma tutto sembra andare a posto. L’autista si chiama Fabio: nessuno sa che è arrivato a casa all’una e che alle 4  è venuto a caricarci.   Sembra comunque abbastanza  in forma. Mentre attraversiamo la pianura il cielo diventa sempre più azzurro,  molti sonnecchiano e io li guardo con invidia. Dopo  Bologna ci fermiamo a  fare colazione.  L’autogrill è una bolgia.   Una viaggiatrice, non della nostra comitiva, viene derubata del portafoglio.  Normale. Si  riparte e si valica l’Appennino, costeggiamo Firenze,   poi  ci immettiamo sulla superstrada per  Siena.   Si viaggia bene e si fanno  ipotesi sull’ora di arrivo al parco archeologico di Roselle, vicino a Grosseto. La meta è inconsueta  ma interessantissima   per l’assoluto valore archeologico dell’area, una città etrusca che risale al  v secolo avanti Cristo. Poi, un rallentamento ci fa perdere tempo e  acquistare impazienza.   Fabio tiene botta . Invece il GPS fa le bizze.  Raggiungiamo comunque Roselle  e  scendiamo a visitare il parco archeologico.  Per chi non c’era mai stato è uno spettacolo assolutamente straordinario e un’esperienza  di grande  qualità. Infatti, nessuno si lamenta. Andiamo a pranzare a un ristorante poco lontano,  “La Parolaccia” ( maremmamaiala  siamo o no in Toscana? )   Ci costa un po’ di tempo ma  alcuni di noi preferiscono un piatto caldo  al panino classico.  Insomma la  sosta  si prolunga ( le pappardelle ai funghi sono sontuose e i prezzi sono, sorpresa! bassi )  Questo ci costerà  la visita all’altro sito archeologico etrusco, la necropoli di  Populonia. Ci giungiamo infatti dopo le 16. Lungo la spiaggia di Baratti c’è una calca immane, con tanto di autoambulanza! Ci sono delle ragazze in costume; Bepi ne vede una in topless ma nessuno gli crede. Parcheggiamo in una zona  sorvegliata da un tipo  strano. Il parcheggio sarebbe a pagamento ma Bruno apre una bottiglia, poi due e si lavora ben bene il tipo strano.  Ci concediamo  una escursione esterna all’area (  comunque interessante )  poi, a malincuore , ripartiamo.  Si punta su Palaia, la   località dove ci aspettano l’agriturismo, la cena e il letto.  Intanto si guasta il GPS e  Fabio si incupisce.   I chilometri scorrono .  Dopo Ponsacco cominciamo a cercare  Palaia e prendiamo  quella che crediamo sia la strada giusta, sempre più stretta e  sinuosa.  Giungiamo al paese di  Palaia  e i sospetti si fanno  pesanti. Ci  fermiamo e chiediamo. Siamo fuori strada e di un bel pezzo!  In centro paese c’è  una piazzetta triangolare su cui si affaccia la pieve di san Martino.  Fabio decide di effettuare una complicata manovra a pendolo per girare la corriera. Delle fioriere e  un Ape verde di quarta mano intralciano la manovra.  Scendiamo e le spostiamo. L’Ape viene  incastrato in un angolo da cui sarà impossibile estrarlo.  I paesani cominciano a fare il tifo, danno consigli e incitamenti   ( non deve accadere molto da quelle parti ).  Sul lato del precipizio ( pardon, sul lato della scarpata)  ci sarebbe anche un monovolume grigio  da spostare ma non c’è Simone e dobbiamo accontentarci. Pian piano il pullman si gira.  Applausi per Fabio. Ricorderemo a lungo le Fioriere e l’Ape. E chissà la faccia  del proprietario del  motocarrozzino!.   Il paesaggio al tramonto è comunque  strepitoso.   Si torna in pianura   mentre  contattiamo l’agriturismo col telefonino. Poi, il mio va in tilt e tutti gli altri pure. In quella zona i cellulari non prendono.  La linea cade mentre stiamo chiedendo che ci vengano a prendere.   Intanto Bepi dispensa calma e saggezza . ( beh,  più o meno ). Fabio bestemmia sottovoce. Intanto un’auto scura ci affianca, delle braccia ci fanno ampi gesti di seguirli, poi l’auto riparte su per una ripida collina. Li seguiamo ma subito ci insospettiamo.  Siamo o non siamo nella Toscana di  “Amici miei”?  Infatti. Ci stanno prendendo per  il  ………..
Altra manovra per girarci, riscendiamo la collina  e finalmente arriva l’auto  dell’agriturismo.  L’agriturismo è bello ma piccolo. Alcuni di noi andranno a dormire altrove.  Inizia così una scena  abbastanza unica .  Un gestore ci dice una cosa e un altro il contrario. La cosa continua per un bel pezzo e alla fine si capisce che un gruppo di noi dormirà in agriturismo, un altro è destinato a un altro agriturismo  in località Ledoli,  poco distante, e un altro gruppo ancora andrà  in albergo. Intanto si va a cena , tra  isolati mugugni.  Io sono preoccupato. Una  escursionista è infortunata ad un piede,  Fabio è  sempre più  cupo ( dorme  in piedi )  ma soprattutto mi danno da pensare coloro che finiranno a Ledoli. Si tratta del gruppo di Marco, Luciano, Massimo, una compagnia   giovane, avventurosa e  adattabile.  Ma… se ad esempio Lisa o Barbara incrociano qualche  malintenzionato locale? Che fine farà il povero malintenzionato?  Rischiamo di  distruggere la fama di mitezza dei veneti. A cena finita bisogna andare a dormire ma la confusione continua.  Fabio perde la pazienza e chiede  una coperta per andare a dormire in pullman.  Alla fine tutto sembra sistemarsi e con il pullman andiamo  ( in 5!) all’albergo, distante 15 Km!   Come arriviamo in camera ci fiondiamo prima sotto la doccia e poi sul letto.  Al mattino dopo, quando usciamo dall’albergo, Fabio ha riacquistato fattezze umane. Anche all’agriturismo le cose sembrano normalizzarsi. Fortunato riferisce di un suo giro con scoperta di un’ affascinante formazione franosa. A Ledoli  i ragazzi hanno passato una notte turbolenta. Moreno e Andrea, con una  scusa di  carattere  parrocchiale tipicamente  veneta,   sono andati per osterie  fino a tardi. Benedetti ragazzi! Non sanno più cosa inventarsi.  Inoltre, durante la notte sembra che nelle camere  sia successo di tutto. Il personale  dell’agriturismo di Ledoli telefona  alla Cerbana  (dove siamo noi) riferendomi  cose che qui non possono essere scritte perché il sito potrebbe essere visto da minori.  La sera  prima alcuni sostenevano l’idea  di una escursione podistica  ma il mattino dopo il progetto  viene abbandonato.  Poco male.  Io avevo pensato a un ritorno mattutino alla Cerbana a piedi con trasporto in auto dei bagagli e doccia in una delle camere dei nostri. Per fortuna sono stato zitto: Una corsa lungo una strada poco nota e trafficata? Si va a visitare la cantina  Pasqualetti di Peccioli, una struttura tutt’altro che secolare ma, di domenica, le cantine più rinomate sono chiuse. Enzo si sente nel suo ambiente. Si assaggia, si degusta, si compra ( giustamente).  Marco mi sistema il telefonino. Fabio ripara il GPS. Si riparte verso San Gimignano.   Il viaggio tra le colline mi gratifica molto e sembra interessare anche gli altri, ma dipende dai gusti. Ogni tanto Giuliano ci viene a trovare e sta lì a conversare con noi al timone ( ehm) . Sono toccato da tanta sollecitudine ma poi scopro che il pullman gli dà fastidio allo stomaco.  Improvvisamente, uscendo da un bosco,  scorgiamo  verso  sud-est,  San Gimignano, la Manhattan del Medio Evo!  Per farla breve, arriviamo alla zona parcheggio,  scendiamo, paghiamo il pedaggio ed entriamo in città. Qui le vicende collettive si frantumano in tante esperienze individuali. Molta gente passeggia osservando  i negozi e le architetture, la “Rognosa” ( la torre comunale con prigioni, alta oltre 50 mt. ). Delle 70 torri  che la città sfoggiava  nel Medio  Evo oggi ne rimangono 13. Moreno  viene visto allontanarsi con una bionda alta che parla tedesco Dicono sia una sua parente.  Ricomparirà dopo 2 ore, abbastanza  spettinato. Mah!  Alcuni di noi visitano il Duomo  con i  memorabili affreschi sulle storie della Bibbia . L’esperienza è forte ma uscire è complicato .Chi smarrisce il ticket d’ingresso  resta  dentro. E’ così che assumono i sagrestani ( la Toscana è terra di mangiapreti e bestemmiatori  e devono reclutare  dei forestieri). Riappare Bepi. Laura  lo ha convinto a comprare un ricordino per la moglie.  Si riparte con qualche acquisto in più. Si va a Monteriggioni,   edificato dai Senesi nel 1300 a scopo militare. Questo centro fortificato ci ricorda che, nel  Medio Evo, la Toscana  e le sue città  principali  ( Firenze, Pisa, Lucca, Siena  … ) dominavano il mercato della lana  in Europa. Erano così ricche e  potenti da fare prestiti ai re. I papi e gli imperatori se le contesero per secoli. Viene in mente l’Iraq .  Le  furibonde lotte toscane sembrano lontane ma neanche troppo. Sui muri  sono numerose le scritte  “Viola m…” di origine calcistica. Anche qui lo spettacolo vale la pena. 
Abbiamo poco tempo ma faccio fatica a  lasciare Monteriggioni. Il pullman riparte , destinazione Colfrancui.
Siamo sugli Appennini  quando mi raggiunge la notizia che il Milan ha vinto lo scudetto.
Facciamo tappa nell’autogrill di Ferrara Nord,  anche questo caotico. Si svuotano alcune bottiglie
( è un peccato portarle indietro) e il viaggio prosegue  tra i cori .
Va ricordata la gitante più piccola, Carolina che,  nonostante la confusione e la stanchezza, è riuscita anche a fare dei sonnellini.   A dir la verità era assistita da uno staff  di prim’ordine: la mamma , le nonne,  Luigina …..
 All’arrivo a Colfrancui  scendiamo, un po’ disfatti. 
Diverse persone mi chiedono, discretamente, quanto devono aggiungere alla quota  di partecipazione.  Mi pare che sia il segnale di  una  valutazione positiva.
Qualche  pecca? Come no.   Una per tutte:  la mancata corsetta alla domenica mattina. Pazienza.
Sarà per la prossima volta.

                                                                        Elves