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Ebbene si; dal 28 marzo 2004, partecipando alla 6 ore podistica di Montebelluna, posso fregiarmi di questo “titolo nobiliare”. Nobiliare perché, al contrario dei benestanti di un tempo, non si può conquistare con il denaro!
D’altronde era inevitabile, come dice il proverbio: stando con lo zoppo (D.C.)… s’impara a zoppicare.
Il percorso di 2049 m tracciato proprio in centro al paese, aveva moltissime curve e, cosa molto importante, due magnifici strappettini che si sposavano benissimo con le mie caratteristiche di fondista. La giornata inizialmente nuvolosa con 5° c alla partenza mi aveva convinto ad utilizzare un abbigliamento a strati per non soffrire di mal di stomaco.
Tra i top runners c’erano alcuni nazionali a cercare di impensierire Thomas, il polacco attuale detentore del record del mondo su questa distanza; purtroppo il campione non aveva spostato in avanti le lancette dell’orologio ed è partito con oltre un giro di ritardo.
Ma veniamo alla gara: ho vissuto la partenza come una normale non competitiva del CPT. Eravamo in 120 iscritti di cui 16 donne e, dopo un centinaio di metri ero già tra gli ultimi. “ Possibile che vadano tutti così forte? ” mi sono chiesto.
In questo tipo di gare la prima ora per me è sempre la più complicata, devo capire quanto veramente posso dare quel giorno per impostare il ritmo giusto.
Mi ero posto l’obiettivo di correre la maratona in 3:30 in proiezione di riuscire a non camminare per 5 ore, e nel complesso di arrivare  in qualche modo a 60 km.
Fortunatamente i calcoli erano abbastanza semplici: 5’ al km (x 3:30) su un giro da 2 km erano circa 10’ al giro. Con il freno costantemente premuto vedevo però che transitavo in 9’50’’; pazienza! Ad ogni tornata alternavo un biscottino ad un bicchiere di sali, consapevole che se avessi corso molto… il mio peso sarebbe aumentato.
Sono transitato alla mezza maratona in 1:40, un pochino veloce ma in totale scioltezza. Gli atleti migliori mi doppiavano ancora con disarmante potenza, ma i miei sogni erano ben diversi. Il percorso in parte ombreggiato non era monotono come si potrebbe pensare, e così, passo dopo passo, ho concluso la seconda mezza m. in 1:41. Il motore girava sorprendentemente ancora molto bene, non mi trasmetteva nessuna strana vibrazione. Verso la quarta ora però ho sentito un po’ di stanchezza, soprattutto mentale; ho tolto la maglia pesante ed ho bevuto un caffè. Poco dopo mi sono ripreso, pensavo di correre ancora qualche giro prima di fermarmi, per me si trattava solo di un allenamento e non volevo stancarmi troppo.
Daniele però non arrivava, volevo comunicargli la decisione, anche se lui mi avrebbe sicuramente risposto: Togliti dalla testa queste idee!
Avevo cominciato a superare sempre più frequentemente, il divertimento aumentava ed il tempo trascorreva velocemente. Alla quinta ora però mi sono fermato, avevo coperto la terza mezza in 1:46 ed ero pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti. Ho chiesto ai giudici la mia posizione, avevano solo quella della quarta ora, ero 28°. Siccome premiavano fino al 20°… mi sono disteso sul lettino per i massaggi (scoprirò alla fine che in quel momento ero 19°). Volevo raffreddarmi un poco e ripartire verso la fine per sentire la risposta muscolare. Mentre il massaggiatore stava finendo la seconda gamba, ho visto arrivare Daniele; ho ringraziato l’amico e mi sono fatto un giro con il compagno. Le sensazioni erano sicuramente peggiori di prima; così, su consiglio dell’esperto ultramaratoneta, ho continuato a girare ma con una defaticante camminata.
Quando ormai ero stato superato da molti, ho sentito un organizzatore che mi incitava a continuare. L’ho ringraziato dicendo: Vado con calma, tanto sono fuori classifica.
Ti sbagli, premiamo fino al 30°! Al 30°? Mi sono rimesso a correre, non era un gesto molto fluido. Comunque era un movimento efficace. Andando piano potevo fare solo due giri, e… così ho fatto.
Era la mia prima esperienza, ed in totale ho percorso 70 km. Forse troppi per migliorare con facilità alla prossima avventura.
Dopo un meritato pranzo sono seguite le premiazioni; c’erano da riconoscere dei record italiani assoluti e di categoria, tutte le donne, e la classifica maschile.
Daniele è risultato 7°, il primo dei non pataccati sulla tuta, seguendo 8°, 9°, 10°… 28°, 29°…ormai avevo perso le speranze, sentivo un po’ di amaro in bocca. E invece: 30°, Flavio Zanet
E’ stata una bella e fortunata esperienza; vicino a casa, senza la rissa per la griglia di partenza o il dopo gara. Tra amici insomma. Provate anche voi.