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MARATONA DI NEW YORK  2002

New York punto nevralgico di milioni di turisti durante tutto l’anno, però per un giorno si ferma per lasciare spazio, o meglio condividere una manifestazione che si rinnova da molti anni; sto parlando della maratona, alla quale quest’anno abbiamo preso parte anche noi, Antonella, Andrea, Mario e Moreno.

L’idea è nata quasi per scherzo, motivati dalla voglia di toccare con mano ciò che molti amici ci avevano descritto e di provare certe emozioni e sentimenti che solo New York e la maratona possono darti, si è materializzata quando abbiamo cominciato ad informarsi sul da farsi e trovarci a discutere e programmare questa avventura. Si, avventura perché tra noi c’erano molte prime volte, mi spiego; primo volo, prima maratona, prima volta a New York e prima volta in metrò. Ci siamo affidati ad una agenzia la quale ci ha accompagnati assieme a parecchi nostri connazionali, tutti entusiasti di prendere parte alla maratona, nonché assaporare l’atmosfera che si crea in quei giorni.
Si comincia con piccoli allenamenti di gruppo al mattino, presto incrociando altri gruppi delle più svariate nazionalità, poi il ritiro dei pettorali che avviene in una grande stabile nel quale c’è anche l’expo, una fiera dove si trova tutto per lo sport.
Il giorno prima della maratona c’è l’incontro al palazzo dell’ONU di tutti i partecipanti dei vari paesi che prendono parte alla maratona e poi piccolo allenamento di circa 7 km in Central Park.
Invece alla sera ci si immerge in una festa chiamata, pasta party, già dal nome si capisce il tipo di festa. Li si mangia in compagnia e ci si può incontrare, come è successo a noi con un nostro conterraneo nonché trevigiano DOC, il dottor Casellato con il quale abbiamo stretto un’amicizia che poi ci ha legato a Lui.
A conclusione della festa con molta meraviglia abbiamo assistito ad un bellissimo spettacolo pirotecnico.
Il mattino seguente di buon’ora ci aspettava un pullman che ci ha portati alla partenza, cinque ore prima dello sparo del via. A parte il freddo che c’era ci riscaldava la compagnia di Loris e di un altro veneziano “Memo” che con la loro simpatia ci dava l’impressione di essere a casa, Dopo il consueto inno nazionale siamo finalmente partiti e onestamente dico si ha la sensazione di sentirsi formiche dentro alla grandezza di questa manifestazione. Già dal primo Km la gente ai bordi della strada ti incita e ti aiuta a non pensare alla lunghezza del percorso. Gente da ogni dove di tutte le età che non ti lascia solo un attimo, che cerca la tua mano per battere un cinque oppure ti offre qualcosa da mangiare.
La definirei una maratona del ricordo perché ho notato molti partecipanti indossare magliette con stampata la foto di un amico o di un famigliare scomparsi 11 settembre, con su scritto ”sto correndo per Te”.
Questa è l’America che sa sempre farti stupire, ed emozionare, e ci ha regalato una esperienza indimenticabile.
Abbiamo concluso la maratona in 3h e 52’ soddisfatti e a chi volesse partecipare il prossimo anno diciamo che almeno una volta nella vita bisogna provarla.